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GASTONE NENCINI "CELO, CELO, MANCA, CELO"

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  GASTONE NENCINI "celo, celo, manca, celo" di Elisabetta Nencini Una volta, il metro di misura, per comprendere quanto popolare fosse un campione di ciclismo, si   poteva valutare dalle scritte inneggianti il suo nome, impresse con pennellate indelebili sui muri e sulle strade dell’Italia, da nord a sud. Una traccia, quella della vernice, avviluppata nel ricordo al segno lasciato sulla sabbia dei litorali nostrani dalle biglie di plastica, al cui interno era posta l’effige dei campioni, in cui ci si identificava nel gioco fantasmagorico della corsa ciclistica. L’abilità del concorrente nel terminare il numero prestabilito dei giri, senza mai uscire con la pallina dalle paraboliche curve disegnate sulla sabbia, corrispondeva, nell’immaginario del ragazzo, alle doti atletiche del beniamino prescelto, di cui, solitamente, si collezionava ogni tipo di figurina. Gastone Nencini è stato tra i corridori del secondo dopoguerra più popolari e amati: il suo nome appariva visibile ...