TRENTATRE ANNI FA MORIVA IL GRANDE "LEONE DEL MUGELLO"
Trentatré anni fa ci lasciava un campione unico e indimenticabile, portato via da una malattia rapida e spietata.
Nulla,
fino ad allora, era riuscito a piegare il suo fisico, la sua mente e la
sua forza: né gli avversari, né le salite più dure, né il caldo torrido
o il gelo pungente, né le strade impervie o gli agguati della corsa.
Ogni volta era messo alla prova, e ogni volta la sua potenza fisica e
morale aveva avuto la meglio. Poi, il “male del secolo” lo colpì con una
crudeltà inesorabile.
Il
destino volle che la sua vita si intrecciasse tragicamente a quella del
padre Attilio, scomparso anche lui per un tumore, a un mese dal
compleanno, proprio come Gastone. Cinquantadue le stagioni vissute dal
capofamiglia Nencini, quarantanove quelle del figlio.
Il giorno del funerale, celebrato nella Basilica della Santissima Annunziata a Firenze, una folla immensa riempì la piazza e le strade circostanti. Sicuramente ancora più commossa delle settantamila persone che lo avevano accolto al suo ritorno dal trionfo al Tour de France del 1960. In quell'occasione, non si stava salutando solo il campione, ma si stava rendendo omaggio all'uomo, all'amico, al "ragazzo di Bilancino", rimasto umile, nel senso migliore del termine, anche quando era stato osannato come una star di Hollywood, in un'epoca in cui il ciclismo era lo sport più popolare.
Sempre
disponibile, sempre leale, Gastone Nencini ci ha lasciato un’eredità di
dignità e correttezza che va oltre le corse e le vittorie.
Oggi
la sua squadra, la S.C. Gastone Nencini, insieme ai familiari e agli
amici, lo ricorda con immenso affetto e profonda stima.
Per questo siamo certi che Gastone non sarà mai dimenticato!
Firenze, 1 febbraio 2013
𝘊𝘪𝘰̀ 𝘴𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘰 𝘢𝘷𝘦𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘴𝘢𝘱𝘶𝘵𝘰 𝘭𝘰 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘴𝘰 𝘪𝘭 𝘮𝘢𝘵𝘵𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 3 𝘧𝘦𝘣𝘣𝘳𝘢𝘪𝘰 1980 𝘢 𝘍𝘪𝘳𝘦𝘯𝘻𝘦, 𝘪𝘯 𝘗𝘪𝘢𝘻𝘻𝘢 𝘚𝘚. 𝘈𝘯𝘯𝘶𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘢, 𝘢𝘭𝘭𝘰𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢𝘪𝘢 𝘦 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘵𝘪𝘷𝘪 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘳𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘢 𝘵𝘳𝘪𝘣𝘶𝘵𝘢𝘳𝘨𝘭𝘪 𝘭’𝘦𝘴𝘵𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘰.
𝘛𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘱𝘰𝘱𝘰𝘭𝘰, 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘪𝘰𝘯𝘪, 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘪 𝘳𝘪𝘨𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘭𝘢𝘤𝘳𝘪𝘮𝘦, 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘧𝘳𝘢𝘨𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘱𝘱𝘭𝘢𝘶𝘴𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘭’𝘶𝘳𝘢𝘨𝘢𝘯𝘰 𝘴𝘪 𝘪𝘯𝘯𝘢𝘭𝘻𝘢𝘷𝘢 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘪𝘦𝘭𝘰 𝘢 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭’𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢. “𝐅𝐎𝐑𝐙𝐀 𝐆𝐀𝐒𝐓𝐎𝐍𝐄”.
Alberto Amorosi
Assessore allo sport del Comune di Firenze
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