IL TEATRO LA CITTÀ: IL TOSCANO DELLE MERAVIGLIE GASTONE NENCINI
IL TOSCANO DELLE MERAVIGLIE
Gastone Nencini, un campione senza tempo
| elisabetta nencini |
Quale luogo migliore di un teatro per accogliere una mostra fotografica di un campione del ciclismo? Gastone Nencini, fu protagonista di una storia sportiva meravigliosa, che appassionò milioni di persone rivendicando, con le sue vittorie nelle corse più importanti al mondo, l’orgoglio di essere italiani.
Una storia sportiva straordinaria che ha generato emozioni e sensazioni, entrando di fatto nei ricordi e nel vissuto privato di tantissime persone. È il prodigio del ciclismo, capace da sempre, per la durezza dell’attività fisica spesso portata all'estremo, produrre quei significati emotivi che, nell'evocazione del ricordo, diventano storie dove ognuno, a suo modo, è protagonista, sia egli campione o tifoso. Storie di persone che si incontrano e si intrecciano ai bordi della strada, al passaggio delle grandi corse a tappe. Un grande spettacolo improvvisato e vissuto giorno dopo giorno intriso di fatica, sacrificio, forza e coraggio, di tutta quella determinazione nel superare le difficoltà e le sconfitte che mai si lascia abbattere dall'insuccesso. Questi i valori e l’etica morale che il campione, attraverso l’esempio concreto, trasmetteva allo spettatore, il quale istintivamente si identifica e si riconosce nel suo beniamino, elevandolo a modello della propria esistenza come esempio positivo da imitare e ricordare. Ed è proprio in relazione all'ebbrezza dei ricordi che il ciclismo, con i suoi aneddoti, diviene protagonista di una realtà culturale, che nell'immaginario collettivo si è trasformato nel tempo in opera d’arte, racconto letterario, teatrale, se non opera musicale o cinematografica, come l’immagine di Gastone Nencini in maglia gialla al Parco dei Principi a Parigi, che nel vissuto spensierato e felice di Pupi e Antonio Avati, ad esempio, diventa film in “Una sconfinata giovinezza”.
Una storia sportiva straordinaria che ha generato emozioni e sensazioni, entrando di fatto nei ricordi e nel vissuto privato di tantissime persone. È il prodigio del ciclismo, capace da sempre, per la durezza dell’attività fisica spesso portata all'estremo, produrre quei significati emotivi che, nell'evocazione del ricordo, diventano storie dove ognuno, a suo modo, è protagonista, sia egli campione o tifoso. Storie di persone che si incontrano e si intrecciano ai bordi della strada, al passaggio delle grandi corse a tappe. Un grande spettacolo improvvisato e vissuto giorno dopo giorno intriso di fatica, sacrificio, forza e coraggio, di tutta quella determinazione nel superare le difficoltà e le sconfitte che mai si lascia abbattere dall'insuccesso. Questi i valori e l’etica morale che il campione, attraverso l’esempio concreto, trasmetteva allo spettatore, il quale istintivamente si identifica e si riconosce nel suo beniamino, elevandolo a modello della propria esistenza come esempio positivo da imitare e ricordare. Ed è proprio in relazione all'ebbrezza dei ricordi che il ciclismo, con i suoi aneddoti, diviene protagonista di una realtà culturale, che nell'immaginario collettivo si è trasformato nel tempo in opera d’arte, racconto letterario, teatrale, se non opera musicale o cinematografica, come l’immagine di Gastone Nencini in maglia gialla al Parco dei Principi a Parigi, che nel vissuto spensierato e felice di Pupi e Antonio Avati, ad esempio, diventa film in “Una sconfinata giovinezza”.
Così, il Teatrodante Carlo Monni, luogo di cultura dove si raccontano storie e si divulgano pensieri e sensazioni, diventa, nell'evoluzione del mio progetto artistico, la scenografia perfetta per narrare la storia di un uomo, mio padre. Come un libro aperto, tra agonismo e umanità, tra la memoria personale e collettiva, le immagini fotografiche si dipanano lungo un percorso emotivo che risveglia il ritratto di un campione senza tempo, che fu anche e soprattutto un uomo di valore.
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