Paris (Compiègne) - Roubaix - 257.5 km


Domenica 08 aprile si correrà l’edizione numero 110,
Basta pronunciare Parigi-Roubaix e subito si entra nella storia del ciclismo.
 É la Classica del pavè, la più particolare, la più imprevedibile, amata o odiata senza mezzi termini.
Non è semplice spiegare cosa sia la Roubaix se non la si è corsa almeno una volta nella vita, forse il soprannome di Inferno del Nord può però rendere l’idea. Sono in molti a pensare che il termine Inferno sia stato adottato per descrivere le difficili condizioni del percorso. In realtà l’inferno del nord è lo scenario che apparve agli organizzatori della corsa nel dopoguerra: lande deserte, devastate dal conflitto mondiale.
La nascita di questa corsa che con gli anni si è trasformata in mito risale però al febbraio del 1896 quando, agli stessi ideatori del velodromo di Roubaix (inaugurato nel giugno del 1895),  venne in mente di allestire una corsa che partisse da Parigi per arrivare nel nuovo velodromo.
Dal 1968 in poi la corsa non parte da Parigi ma da Compiègne, a circa 60 km a nord-est della capitale francese.
Il perchè è di facile intuizione: i settori di pavè sono sempre meno numerosi e concentrati in una zona geografica sempre più ristretta. Di conseguenza gli organizzatori si sono visti costretti a spostare la partenza verso nord, più vicino a Roubaix. I tratti di pavè ( strada pavimentata con cubi di porfido o ciottoli tondi che creano violenti sobbalzi e continue vibrazioni) sono così concentrati negli ultimi 150 km di corsa, con lo spettro della Foresta di Arenberg che si staglia minaccioso davanti ai corridori a una novantina di chilometri dall’arrivo. Il pavè di Arenberg è sempre stato molto selettivo, i corridori che escono dalla foresta staccati dal gruppo di testa difficilmente riescono a rientrare e a ritornare in gara. Altri settori dove di solito i campioni della specialità riescono a fare la differenza sono il Mons-en-Pevele e il Carrefour de l’Arbre.
Ci sono tante cose ingiuste e strane nella Roubaix, – diceva  Franco Ballerini – per esempio non basta essere bravi per vincerla. Però resta una corsa unica. E in questa sua unicità si nasconde tutto il suo fascino».
E Lui l’ha  vinta per ben te volte – 8 cm , cosi io gli dicevo a causa del perfido secondo posto del 1993, dominandola anche in quelle occasioni nelle quali  non è stato il vincitore ( oltre alle due vittorie ci sono un secondo un terzo un quarto e un ottavo posto)
Franco è stato dal 1991 ,vittoria di Marc Madiot e chi c’era sa come  è scaturita quella vittoria  oserei dire dietro derny, Monsieur   Roubaix ,e proprio in questa corsa il 15 Aprile 2001 ha deciso di appendere la bici al chiodo .
Caro Franchino  ci manchi , a tutti noi e in questi giorni, se possibile, ancora di più !
Ciao  .
      Massimo Bacherini 
Presidente SC Gastone Nencini






Commenti

Post popolari in questo blog

QUELLA BICICLETTA MARCATA LEO

ACQUA CALDA, SALE GROSSO E ACETO

TOUR DE FRANCE: QUELLA STRETTA DI MANO TRA IL GENERALE DE GAULLE E GASTONE NENCINI