ELISABETTA NENCINI, MYTHOS: LA LINEA RACCONTA
Elisabetta Nencini, figlia del grande campione del ciclismo
Gastone Nencini, è stata definita un’artista poliedrica dalle numerose
sfaccettature espressive: creativa e innovativa ne risulta così la produzione
di ampio respiro e di larghe vedute, che la vede protagonista di numerose
mostre ed esposizioni, madre e creatrice di opere decisamente innovative nel
panorama artistico contemporaneo.
Dal fruttuoso incontro tra Otto
Luogo dell’Arte di Olivia Toscani Rucellai e la Galleria Boralevi di Daniele Boralevi, entrambe realtà al tempo
stesso partecipi e promotrici di iniziative e manifestazioni artistiche di
raffinata qualità e di elevata volontà sperimentale, nasce la collezione Otto con Boralevi tappeto d'artista, ideata e curata da Olivia Toscani Rucellai.
L’interesse privilegiato di Olivia Toscani per creativi
e artisti, provenienti da ogni angolo della terra, con l’attenzione alla
sperimentazione di tutte le tecniche artistiche e di tutte le lavorazioni di
materiali, si concretizza e passa qui attraverso l’artigianato toscano, le
esperienze antiche e l’approccio all’alta tecnologia: la stessa Galleria
Boralevi ha impostato la sua longeva esperienza nella ricerca e nella
collaborazione con i maggiori architetti e decoratori, presentando tappeti antichi e moderni di alta e raffinata quadratura estetica.
Figlio legittimo di tale connubio vocazionale è Mythos, tappeto d’artista, annodato a
mano con nodo tibetano in lana e cotone mercerizzato, di produzione indiana con
colori naturali, risulta eclettico e
sontuoso nell’elaborazione e nella concezione tecnica: Elisabetta Nencini ama
lavorare a stretto contatto con i materiali che utilizza, che forgia, che fa
sottostare alla sua vena creativa e innovativa. Prerogativa dell’artista è
esplorare tutte le potenzialità che la materia in se stessa offre: si assiste
qui, come in tutti i suoi processi creativi, al palesarsi della sua innata
passione per il particolare. L’attenzione al dettaglio trova espressione e si
erge a centrale soggetto artistico, rivestendosi della più alta dignità di
oggetto di studio. Il ritmo basico del lavoro dell’artista è fatto di materia,
forma, colore e linea, quella stessa linea che è sorgente d’intrecci,
espressione di rettitudine e di deviazione al contempo. Adesso la
bidimensionalità vuole emancipare la propria posizione, vuole poter essere,
oltre che visibile, tangibile all’osservatore. La linea è così lavorata e
proiettata in un nuovo contesto, essendo
così tratto che unisce, divide, annoda e si intreccia. È un segno
grafico, un linguaggio, una trama di sensazioni stratificate nella
memoria.
C’è chi vi ha avvertito una rasserenata e concreta sensazione di
pace, la naturalezza di un arbusto simbolo di vita e di continuità, chi vi ha
scorto la possenza di un toro... è questo tutto il suo potenziale: Mythos suggerisce, smuove, richiama e
offre sensazioni emozionali che vanno al di là della materia e di chi se ne è
fatto complice. Si assurge a navigatore dell’anima, a condottiero eccelso della
memoria, suggerisce un andamento individuale e ne delinea la storia, sussurra all’osservatore
tutta la bellezza del ritorno alle proprie origini, avvolgendolo e lasciandolo
naufragare nella dolcezza della sua interpretazione.
Maria Fusco
Firenze, luglio 2013
http://www.ottoluogodellarte.it/wordpress/2013/04/tappeto/
http://news.archiexpo.it/press/boralevi-srl/tappeto-tibet-cm-300-x-240-collezione-otto-boralevi-designer-elisabetta-nencini-78976-183127.html
Fotografia: Gerard Gazia studio fotografico NoNamephoto
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