GASTONE NENCINI DIRETTORE SPORTIVO
Gastone
Nencini non è stato solo un campione delle due ruote, ma un autentico pioniere:
un corridore che ha anticipato l’era moderna del ciclismo e che ha avuto il
coraggio di sfidare i poteri forti dell’epoca, rompendo gli schemi e lasciando
un segno indelebile.
Il toscano, soprannominato il “Leone del Mugello” per la sua tempra e il suo coraggio, si è sempre distinto per l’innato fair play. Ma la sua storia non si esaurisce sulle strade delle grandi corse: smessi i panni del ciclista, Nencini si è rivelato un Direttore Sportivo straordinario, capace di guidare giovani talenti e di ispirare i suoi atleti con la stessa grinta che lo ha reso celebre.
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Fig. 1 |
Il capolavoro della “Primavera” al Tour de France 1967
Al Tour del 1967, Nencini è chiamato a dirigere, come CT, le nuove promesse del ciclismo professionistico. In quegli anni, la Grand Boucle si correva con due rappresentative nazionali: la “Prima squadra” e la “Primavera”.
Contro ogni pronostico, la “Primavera” di Nencini fu una vera rivelazione: superò la blasonata Prima squadra e conquistò i cuori degli appassionati. Il giovane Franco Balmamion centrò un clamoroso terzo posto nella classifica generale e secondo nella graduatoria degli scalatori, mentre Marino Basso fece il vuoto nelle volate vincendo due tappe e primeggiando nella classifica a punti. Ciliegina sulla torta, Giancarlo Polidori vestì la maglia gialla nella frazione di Saint-Malò-Caen.
La squadra fu così dominante che la stampa sportiva la ribattezzò la “Prima-Vera”, un gioco di parole che consacrava l’orgoglio e la forza di questi giovani azzurri. Risultato? Podio nella classifica a squadre a differenza della Prima squadra partita come favorita.
La cavalcata della Max Mayer al Giro d’Italia 1969
Non meno entusiasmante fu l’avventura di Nencini come DS della Max Mayer. Siamo al Giro d’Italia del 1969, e il trentino Claudio Michelotto, forte in salita e con un motore inesauribile, si lancia all’assalto della maglia rosa. Michelotto chiude al secondo posto nella generale e conquista la classifica degli scalatori. Avrebbe potuto puntare alla leadership sulle rampe della Marmolada nella ventesima tappa, ma il maltempo bloccò la corsa, che fu annullata, consegnando di fatto la vittoria a Felice Gimondi, che dopo l'annullamento del "tappone dolomitico" poté tirare un sospiro di sollievo.
Ambito anche all'estero come Direttore Sportivo, a inizio anni ’70 il “Leone” decise di dire basta: la sua corsa si fermava lì, perché ad aspettarlo c’era una nuova “squadra”, quella di famiglia, con la moglie Maria Pia e i quattro figli, Giovanni, Elisabetta e i gemelli Saul e Lapo. Una tappa tutta nuova della vita, ma vissuta con la stessa passione di sempre.
(Fig. 1) Gastone Nencini, CT della Nazionale Primavera, in partenza per il Tour de France con la Primavera, la sua giovane squadra. |
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