ACQUA CALDA, SALE GROSSO E ACETO
ACQUA CALDA, SALE GROSSO E ACETO
di Elisabetta Nencini
di Elisabetta Nencini
dal libro "1919-2019 CENTO VOLTE COPPI"
La storia che voglio raccontare non parla di spettacolari
imprese né di rivalità tra due grandi campioni, Fausto Coppi e Gastone Nencini,
mio padre, interpreti straordinari di epoche leggendarie del ciclismo, le cui
strade un giorno si sono incrociate e per oltre un quinquennio, da atleti
antagonisti, hanno pedalato fianco a
fianco per le vie d’Europa.
Questa è una vicenda semplice, è il racconto di un ciclismo
di altri tempi, quando, pedalando sulle strade della fatica, i contendenti al
podio, con savoir-faire, si passavano
la borraccia, infuocando le tifoserie in discussioni interminabili, per cui
ancora oggi si dibatte sulla generosità dell’uno o dell’altro fuoriclasse. È la
storia di un tempo significativo, di contatti e contenuti umani, in cui i campioni,
per quanto osannati dalle folle come valorosi eroi, in un periodo in cui lo
sport del pedale era il più popolare, non avevano perso la loro autenticità
sociale di persone da poco uscite dalla guerra, abituate a dure fatiche, pronte
ad aiutarsi vicendevolmente, qualora ce ne fosse stato bisogno. Capitava, a volte,
dunque, che prima di un’importante competizione, i beniamini del pubblico
sportivo, anziché dormire, come di consuetudine in alberghi di prima categoria,
pernottassero in case di privati, gente semplice, discreta, che metteva a
disposizione la propria modesta abitazione, affinché l’illustre ospite potesse
riposare nella confortante intimità domestica, lontano dall’assillo invadente dei
giornalisti o dei tifosi troppo zelanti.
È proprio per sfuggire a sterili e molesti pettegolezzi, che il
fatto ha origine.
Pedalando a ritroso nel tempo, ci troviamo piacevolmente
proiettati al Giro d’Italia del 1958. Il gruppo dei ciclisti è da poco giunto
al traguardo della sedicesima tappa,
Verona > Levico Terme. Gastone Nencini, vincitore magnifico l’anno
precedente della quarantesima edizione della Corsa Rosa, si affretta con tutta la squadra della Chlorodont a entrare nell’albergo
assegnato dagli organizzatori. Il massaggiatore, Paolo Niccoli, li aveva preceduti
di qualche minuto per organizzare le camere degli atleti, ma, soprattutto, per preparare
la stanza di Gastone Nencini, l’unica nel piccolo complesso alberghiero dotata
di una vasca da bagno. Facendo attenzione, che nessuno dei corridori si
accorgesse del privilegio ragionevolmente concesso al loro capitano, aveva opportunamente
sistemato gli asciugamani e gli accappatoi nelle docce comuni collocate in
fondo al corridoio, dopodiché si diresse nella camera di Gastone Nencini per adempiere alle
sue mansioni professionali. Chiusa la porta a chiave, per assicurarsi privacy e
tranquillità, preparò la vasca da bagno con acqua calda, aceto e sale grosso da
cucina: un toccasana semplice ma efficace, questo, per disintossicare e
migliorare il recupero muscolare, dopo un intenso stress psicofisico, un
momento imprescindibile per un ciclista, che, unitamente ai massaggi, viene
così aiutato ad affrontare al meglio la tappa del giorno successivo.
I vapori dell’acqua calda invogliarono Gastone Nencini a
immergersi nel liquido tonificante. Il tepore, allentò la tensione muscolare
dell’atleta, che beatamente chiuse gli occhi. Finalmente il guadagnato riposo
dopo tanta fatica.
Il massaggiatore aveva da poco iniziato a decontrarre i
muscoli di Nencini, quando qualcuno bussò alla porta facendo trasalire
entrambi. Niccoli, supponendo che fosse un gregario del corridore Toscano, si
affrettò a ripetere per l’ennesima volta: “Le docce sono in fondo al corridoio
e gli asciugamani sulla sedia”. Qualcuno dall’altra parte rispose: “Sono Fausto”.
Il massaggiatore guardò Gastone con espressione interrogativa:
che ci faceva Coppi nell’albergo di Nencini, anziché alloggiare nel suo hotel con
i compagni della Bianchi?
Senza pensarci un attimo, mio padre ordinò di aprire la
porta. Fausto Coppi entrò e, con indosso la divisa bianco-celeste ancora impregnata
di sudore, cortesemente chiese di poter usufruire del bagno caldo. Gastone, rispose
con un placido gesto di assenso, aveva intuito lo stato d’animo del suo ospite e
questo bastava per non porre domande indiscrete.
Fausto Coppi si spogliò e con atteggiamento confidenziale
entrò nella vasca insieme a mio padre, uno a capo l’altro a piedi.
In contemplato e pago silenzio i due campioni abbassarono le
palpebre e lasciarono che la fatica defluisse dai loro corpi e la mente si
svuotasse da qualsiasi pensiero.
In rispettoso silenzio, il massaggiatore, sebbene meravigliato
dalla singolarità dell’evento, riprese la manovra defaticante sulle membra di
Nencini, fino a quando mio padre, con sguardo eloquente, lo bloccò e, senza
proferire parola, ma con il solo cenno del capo, lo invitò a massaggiare il suo
avversario, stanco e affaticato come lui. Coppi non si rifiutò e lasciò che il
massaggiatore appoggiasse le mani
esperte sulla sua possente muscolatura.
Quel pomeriggio, in gran segreto, dopo l’arrivo della tappa nella
località termale, il campionissimo si era allontanato dal suo entourage e dai
giornalisti che lo seguivano come segugi, più interessati alla sua relazione
sentimentale, ampiamente contestata dai benpensanti del Paese, che ai suoi
risultati sportivi. Il suo desiderio, era passare una notte tranquilla con la
sua compagna Giulia Occhini, lontano da maldicenze e sguardi ammiccanti e, per
questo, aveva deciso di pernottare nell’ albergo di Gastone Nencini, poiché sapeva
di potersi fidare della discrezione del suo rivale. Le infinite ore passate
insieme a pedalare nel gruppo gli avevano svelato non solo il valore
dell’atleta, ma anche la serietà dell’uomo: nonostante la competizione tenda sovente
a far emergere le debolezze dell’essere umano agli occhi del contendente, risulta
evidente che, talora, la sua grandezza è tanto palese da non poter essere posta
in ombra.
Rilassati, i due campioni, senza tanti convenevoli, si
salutarono: “Ciao Gastone”; “Ciao Fausto, a domani!”.
La mattina seguente, il massaggiatore, Paolo Niccoli fu
avvicinato da Ettore Milano, uomo di fiducia di Coppi: “Fausto ti ringrazia” e
dalle sue tasche tirò fuori ventimila lire. Una bella cifra, al tempo, per
qualche minuto di arrangiati massaggi in una vasca da bagno.
Paolo Niccoli, prima di accettare il lauto compenso, guardò mio padre, sperando in un cenno di approvazione, che non tardò ad
arrivare.
Elisabetta Nencini
Firenze, maggio 2018
La fotografia dell'intestazione è stata scattata al Giro d'Italia del 1958.
Nell'ordine, con gli occhiali da sole: Arnaldo Bambianco, Fausto Coppi, Gastone Nencini.
Nell'ordine, con gli occhiali da sole: Arnaldo Bambianco, Fausto Coppi, Gastone Nencini.
Video correlati Nel video, la straordinaria attrice Pamela Villoresi, interpreta il racconto di Elisabetta Nencini Link correlati https://www.youtube.com/watch?v=D1pujvN4rlI E' con sincera riconoscenza, che ringrazio Paolo Niccoli per avermi dato l'opportunità di scrivere, attraverso il suo raccontato, questa bellissima e significativa storia di sportività e fair play. Elisabetta Nencini Note
Al Giro d'Italia del 1958, Gastone Nencini vince due tappe; 1° nella 10^ tappa, Viterbo > Roma; 1° nella 18^ tappa, Bolzano >Trento.
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Elisabetta Nencini, figlia di Gastone Nencini, vive e lavora a Firenze. Diplomata presso l'Istituto d'Arte, si specializza nella grafica computerizzata e nel design, laureandosi con il massimo dei voti all'Università di Firenze presso l'Accademia di Belle Arti, con la tesi "LA STORIA DELLA BICICLETTA, STORIA, FUNZIONI, SIGNIFICATI E SIMBOLI". Le sue opere -esposte in luoghi museali, mostre personali e collettive- hanno vinto il Premio Nazionale delle Arti promosso dal Ministero dell'Università e della Ricerca.
Bellissima storia
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