GASTONE NENCINI E QUEL GESTO DI FAIR PLAY
GASTONE NENCINI E QUEL GESTO DI FAIR PLAY
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𝙈𝙤𝙡𝙩𝙞
𝙤𝙨𝙨𝙚𝙧𝙫𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙞𝙚𝙧𝙞 𝙖𝙡 𝙋𝙖𝙧𝙘𝙤 𝙙𝙚𝙞
𝙋𝙧𝙞𝙣𝙘𝙞𝙥𝙞, 𝙢𝙚𝙣𝙩𝙧𝙚 𝙨𝙞 𝙨𝙩𝙖𝙫𝙖 𝙨𝙫𝙤𝙡𝙜𝙚𝙣𝙙𝙤 𝙡𝙖
𝙘𝙚𝙧𝙞𝙢𝙤𝙣𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙡𝙪𝙨𝙞𝙫𝙖, 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖
𝙙𝙚𝙡 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙤𝙡𝙚 𝘽𝙖𝙞𝙨𝙩𝙧𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞, 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤
𝙧𝙞𝙘𝙤𝙧𝙙𝙖𝙩𝙤, 𝙘𝙤𝙣 𝙥𝙖𝙧𝙤𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝙨𝙞𝙢𝙥𝙖𝙩𝙞𝙖, 𝙘𝙝𝙚
𝙛𝙪 𝙉𝙚𝙣𝙘𝙞𝙣𝙞 - 𝙨𝙘𝙚𝙣𝙙𝙚𝙣𝙙𝙤 𝙙𝙖𝙡 𝙋𝙚𝙧𝙟𝙪𝙧𝙚𝙩- 𝙖𝙙
𝙖𝙫𝙫𝙚𝙧𝙩𝙞𝙧𝙚 𝙍𝙤𝙨𝙩𝙤𝙡𝙡𝙖𝙣 𝙘𝙝𝙚 𝙍𝙞𝙚𝙫𝙞𝙚𝙧𝙚 𝙚𝙧𝙖
𝙘𝙖𝙙𝙪𝙩𝙤. 𝘾𝙝𝙞 𝙖𝙫𝙧𝙚𝙗𝙗𝙚 𝙥𝙤𝙩𝙪𝙩𝙤
𝙧𝙞𝙢𝙥𝙧𝙤𝙫𝙚𝙧𝙖𝙧𝙚 𝙂𝙖𝙨𝙩𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙚, 𝙞𝙢𝙥𝙪𝙜𝙣𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙞𝙡
𝙘𝙤𝙙𝙞𝙘𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙧𝙨𝙖- 𝙢𝙤𝙡𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙧𝙤 𝙖
𝙥𝙧𝙤𝙥𝙤𝙨𝙞𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙘𝙞𝙤̀ 𝙘𝙝𝙚 𝙪𝙣 𝙘𝙤𝙧𝙧𝙞𝙙𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙚𝙫𝙚
𝙛𝙖𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙙𝙞𝙛𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙧𝙞𝙤 𝙘𝙝𝙖𝙣𝙘𝙚-,
𝙨𝙞 𝙛𝙤𝙨𝙨𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙤𝙘𝙘𝙪𝙥𝙖𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙞𝙣𝙛𝙞𝙚𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙨𝙪𝙡
𝙧𝙞𝙫𝙖𝙡𝙚 𝙨𝙛𝙤𝙧𝙩𝙪𝙣𝙖𝙩𝙤? 𝙄𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙡 𝙢𝙤𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤
𝙉𝙚𝙣𝙘𝙞𝙣𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙥𝙤𝙩𝙚𝙫𝙖 𝙞𝙢𝙢𝙖𝙜𝙞𝙣𝙖𝙧𝙚 𝙛𝙞𝙣𝙤 𝙖
𝙦𝙪𝙖𝙡 𝙥𝙪𝙣𝙩𝙤 𝙡𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙞 𝙍𝙞𝙫𝙞𝙚𝙧𝙚
𝙛𝙤𝙨𝙨𝙚𝙧𝙤 𝙜𝙧𝙖𝙫𝙞 𝙢𝙖 𝙞𝙣 𝙂𝙖𝙨𝙩𝙤𝙣𝙚 𝙝𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙫𝙖𝙡𝙨𝙤
𝙡𝙖 𝙡𝙚𝙜𝙜𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙖, 𝙫𝙖𝙡𝙞𝙙𝙖
𝙢𝙖 𝙘𝙧𝙪𝙙𝙚𝙡𝙚, 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙧𝙨𝙖.
𝗥𝗶𝗻𝗼 𝗡𝗲𝗴𝗿𝗶, 𝗟𝗮 𝗚𝗮𝘇𝘇𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗦𝗽𝗼𝗿𝘁, 𝟭𝟵 𝗟𝘂𝗴𝗹𝗶𝗼 𝟭𝟵𝟲𝟬
Il fatto
Tour de France 1960, 14^ tappa, Millau > Avignone, 217Km
La
discesa del Perjuret è pericolossima. la stada è dissestata,
disseminata da curve e contro curve improvvise e cieche, da una sede
stradale strettissima, dalle spallette di protezione in gran parte
sbrecciate o mancanti. Ha da poco superata la salita del Colle e
Nencini allunga, non vuole rimanere nel gruppo per timore di essere coinvolto in cadute, ma soprattutto non è tranquillo, poiché i movimenti in corsa dei
francesi lasciano presuppore ad una trappola: è partito subito Anglade e
Graczyk è scattato sulla salita. Da un momento all'altro, la "maglia
gialla"si aspetta un allungo di Rivière, il cui distacco in classifica
generale ammonta a 1'38". Non appena la strada inizia a scendere a
valle, il gallico Rostollan scatta deciso, Nencini accetta la sfida e
Rivière lo segue nella convinzione di potere duellare sul terreno
preferito dell'italiano -lo aveva confidato il giorno prima a Louison Bobet, il quale, conoscendo le doti di discesista del campione fiorentino, gli aveva suggerito di non farlo, ammenoché non volesse mettere a repentaglio la propria incolumità-. Al chilometro cinquantasette, una doppia curva
ad esse si presenta all'inprovviso: il primo tornante stretto nasconde
completamente alla vista il secondo, il cui margine di curva all'interno
sfiora la montagna, mentre all'esterno, è costeggiato da un burrone,
appena arginato da un muretto a secco che in parecchi punti è spezzato dalle frane. Sfreccia Rostollan, diversamente Nencini
perde il controllo della bicicletta e sbatte contro il parapetto: solo
le sue grandi doti di discesista evitano il peggio, ma il corridore alle
sue spalle che tenta di imitarlo non ci riesce. Con la coda dell'occhio, intravede il suo rivale, trovandosi questo all'esterno, con la ruota anteriore all'altezza della sua pedaliera. La velocità si aggira attorno ai settanta chiometri orari e Nencini, capisce che Riviere entrando in curva in quella posizione, a quella velocità, non potrebbe in alcun modo mantenersi in strada. L'impatto, è violento, Riviere entra con la ruota nella breccia della bassa spalletta, ma la ruota urta comunque un ostacolo e il corridore è catapultato in alto con la sua bicicletta. Un attimo di smarrimento
e il leader della corsa, si precipita ad avvisare
Rostollan della caduta del suo compagno di squadra. Binda, commissario
tecnico della nazionale italiana, affianca con l'ammiraglia Nencini e lo
esorta ad attaccare. Gastone si rifiuta e, nel rispetto dello
sfortunato campione francese, invita il gruppo a rallentare la corsa
fino ad Avignone.
Il più nobile gesto
Gastone Nencini consegna il mazzo della vittoria al commissario
tecnico della nazionale francese, Marcel Bidot, affinché lo consegni in ospedale a Roger Rivière. Un momento di privata intimità
tra Gastone e Bidot che non passa inosservato agli organizzatori, che, prontamente, informano il pubblico del nobile gesto: dagli spalti dello
stadio del Parco dei Principi, cinquantamila persone si alzano in piedi per tributare al campione italiano un prolungato e commosso
applauso.
"Un
chic tipe aussi Gastone. Offrir spontanèment son bouquet de vainqueur a
un advversaire malheureux, voilà le geste d'un homme de coeur. Merci
Nencini d'avoir songé a moi au moment meme de ton triomphe. Sache que
ton succès, je l'applaudis sincèrament et san reservé.
Roger Rivière
L'EQUIPE, 19 luglio 1960
" L'entusiasmo raggiunge il suo apice, quando lo speaker annuncia che Nencini ha deciso di mandare i propri fiori a Rivièr. <<Mai -afferma Goddet- ho visto un pubblico tanto scatenato nell'esprimere la propria simpatia>>.
Tutta Parigi, La Gazzetta dello Sport, lunedì 18 luglio 1960
"Nencini
è stato un vincitore all'altezza del prestigio del Tour, un vincitore
che si ama e si stima.
𝐉𝐚𝐜𝐪𝐮𝐞𝐬 𝐆𝐨𝐝𝐝𝐞𝐭 direttore del Tour de France
IL CAMPIONE, n° 30, 25 luglio 1960
In copertina i tre protagonisti della corsa: Louis Rostollan, Gastone Nencini e Roger Rivière ritratti sorridenti nel giorno di riposo antecedente la tappa del Perjuret.
Grazie al Signor Marc Commenge per il fotoritocco a colori dell'immagine di copertina
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