nella foto Gastone Nencini circondato da un gruppo di giovani tifosi. "Sono nato nel 1947 e avevo dieci anni quando vinse il Giro D'Italia, e tredici quando vinse il Tour De France, e il povero Rivière, per tentare di non lasciarselo scappare in discesa, andò fuori strada e ci lasciò la schiena e le gambe. E avevo tredici anni quando a Sestri Levante, qui fra i miei golfi e le mie colline, lui piombò quasi sulla rincorsa della folle discesa e bruciò, letteralmente bruciò addirittura Van Looy, uno dei più grandi velocisti, sul lungomare della Baia delle Favole, e per me fu il coronamento della favola. I miei amici tifavano per Baldini, per De Filippis, per altri corridori, e io Nencini, perché anch'io stavo nel silenzio, anch'io non amavo i personaggi ma le persone, e Nencini era persona, correva, vinceva, e quasi si intimidiva e si ritirava. Mi dava, a me ragazzino, questa sensazione di simbiosi, di emulazione. Io non ero bravo a giocare a calcio, e ne...