IL "CASO NENCINI"

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Toscani di memoria corta

                                                                                                                                       
Vergognosa dimenticanza degli organizzatori del Campionati del Mondo di ciclismo in programma il prossimo anno a Firenze. Durante il convegno dal titolo “Florence International Sport Forum”, il video promozionale proiettato a Palazzo Vecchio ha visto celebrati i grandi campioni del ciclismo toscano (Bartali, Magni, Cipollini, Ballerini) cui i Mondiali sono dedicati, ma non si è fatto cenno a Gastone Nencini, vincitore del Giro 1957 e del Tour 1960. La figlia del campione, Elisabetta, era in sala ed è intervenuta per sottolineare il suo disagio. Il pubblico presente le ha riservato un lungo applauso.
Dopo la mancanza di rispetto Elisabetta Nencini ha scritto una civilissima lettera aperta di cui vi diamo qui conto:
Scorrono le immagini dei grandi campioni toscani sulle pareti del Salone dei Duegento in Palazzo Vecchio. Siamo a Firenze, si parla dei mondiali di ciclismo 2013 e si rende omaggio a chi dello sforzo e della fatica ha contribuito a rendere onore e orgoglio al nostro paese: Bartali, Magni,Ballerini, Cipollini, da un momento all’altro ti aspetti di vedere la pedalata “sgangherata” di un altro grande campione toscano, Gastone Nencini. Ma le immagini scorrono e tra un primo piano di Mario Cipollini e una bottiglia di olio extra vergine d’oliva, del bel toscano non rimane che il nostro ricordo.
E pensare che le sue gesta , compiute spesso al limite della sopportazione umana, hanno entusiasmato folle ed infiammato le penne più autorevoli del giornalismo internazionale che quotidianamente in occasione delle grandi corse a tappe e non solo redigevano con enfasi le imprese sportive di un uomo eccezionalmente forte riconoscendoli, ogni volta, il valore di campione impareggiabile, per il suo modo di correre istintivo e passionale, peculiarità questa che lo ha reso unico e indimenticabile a chi ha vissuto sui bordi della strada negli anni d’oro del ciclismo italiano.
Il suo stoicismo e le sue doti di avversario leale hanno onorato lo sport delle due ruote. Poco propenso a parlare di sé, ha dimostrato con i fatti il suo valore, ottenendo la stima anche degli sportivi d’Oltralpe che lo hanno applaudito sulle strade del Tour, decretandogli gli onori del trionfo nel 1960 con la vittoria finale della Gran Boucle, ricevendo personalmente le congratulazioni del presidente della repubblica francese, il generale De Gaulle: fu questa la prima e unica volta, nella storia del Tour , che un presidente della Repubblica fermasse la corsa!
Quel luglio del 1960, Firenze lo accolse con una folla mai vista e lo consacrò a nuovo eroe della città gigliata portandolo in trionfo sotto il Davide Di Michelangelo.
Oggi Firenze non lo ricorda!
A te, che dello sforzo mi hai insegnato la tenacia, che del carattere mi hai mostrato la serenità e la fierezza, a te che hai scritto le pagine più belle del ciclismo.

Elisabetta Nencini
(a nome dei figli e della moglie di Gastone Nencini)
Leggi anche i nostri commenti sulla vicenda


Due commenti sul “caso” Nencini

Due commenti sul “caso” del mancato tributo a  Gastone Nencini in occasione della presentazione del Campionato del mondo di ciclismo che si terrà a Firenze il prossimo anno.
L’editore Simone Chiodo
Malizia vuole che si ricordino le responsabilità del Presidente del Comitato Organizzatore dei Mondiali 2013, Renato Di Rocco (sì lui, il Presidente della Federciclismo) e del vicepresidente del Comitato Organizzatore Angelo Zomegnan, non esattamente due sprovveduti digiuni di ciclismo. In particolare Zomegnan, a lungo responsabile della rubrica ciclismo a La Gazzetta dello Sport, poi vicedirettore ai tempi del povero Calabrese e dal 2005 al 2011 Direttore del Giro d’Italia. L’unica attenuante è che i due non sono sicuramente toscani.
Il direttore Sergio Meda
Peggio degli organizzatori del Mondiale di ciclismo in Toscana hanno fatto i compilatori del video celebrativo dell’Europa che oggi riceve a Stoccolma il Nobel per la Pace. Nella prima stesura, anticipata al Parlamento Europeo, si erano completamente dimenticati dell’Italia. Solo nella seconda, dopo le proteste ufficiali del nostro Ministero degli Esteri, si sono ricordati di De Gasperi, del Trattato di Roma. In una parola: smemorati (e anti-italiani).


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