ELISABETTA NENCINI: MEMORIE CONDIVISE

Elisabetta Nencini, Memorie condivise, tecnica mista



Dal 5 al 30 settembre 2013 si svolgerà al Palazzo Ducale di Lucca la mostra Ruote d’artista, curata da Mauro Lovi: il progetto nasce come invito collettivo e riflessione parallela, che va ad inserirsi quale parte integrante nel Campionato mondiale del ciclismo 2013, che si svolgerà in Toscana, da Lucca a Firenze.
Elisabetta Nencini, figlia del grande campione Gastone Nencini, è tra i novanta artisti chiamati a confrontarsi con la ruota, parte strutturale e simbolica di questo sport, attraverso una personale rivisitazione del concetto artistico, e non solo,  che vi può essere legato: ogni artista infatti è chiamato a cimentarsi in un’opera circolare, con un ingombro massimo di diametro pari a 60 cm, utilizzando un qualsivoglia supporto e una tecnica libera.
Il ricordo paterno, per Elisabetta Nencini, si intreccia in modo inevitabile ed endemico ai raggi della bicicletta del campione: alla memoria di  Gastone Nencini è infatti dedicata l’opera dell’artista, che in questo modo peculiare e creativo vuole rendere omaggio all’uomo e all’atleta, a quello sportivo che fu capace di emozionare e affascinare milioni di persone. La sua forza indomita viene evocata nei ricordi di chi vide legati i suoi trascorsi personali alle vicende del campione, alle quali questi si mescolano, unendosi in un tutt’uno con l’esperienza diretta e speciale dell’artista.
‘Memorie condivise’ nasce come una sorta di abbraccio temporale che unisce e cuce l’una all’altra esperienze vissute di entità sì differente, ma tutte attraversate dalla trama univoca ed indelebile del ricordo. Elisabetta Nencini utilizza una ruota autentica di bicicletta come oggetto identificatore di forza, passione e tenacia, quegli elementi fondamentali del ciclismo, nei quali ogni singolo individuo può riconoscersi, ciascuno per il percorso di vita che lo contraddistingue.
Tra la memoria personale e quella collettiva, si articola il filo del racconto umano, determinato dall’intreccio di tutte quelle linee sottili, attraverso le quali il presente si annoda al passato, generando una storia nuova, sottolineata dall’artista, nella quale tutti, nessuno escluso, campioni, sportivi e appassionati, si leggono protagonisti, attori e registi del mondo delle due ruote.
Elisabetta Nencini, nella sua opera, non riporta quelle parole enfatiche scritte da penne autorevoli del giornalismo sportivo internazionale, che esaltano l’immagine epica del padre-campione, ma piuttosto sofferma la sua attenzione su testimonianze vere, semplici, dettate dal cuore di chi, in prima persona, ha seguito con enfasi le gesta atletiche di Gastone Nencini: a tale ricordo lega la rievocazione affettuosa di un proprio caro o del luogo dove si è trascorsa un’infanzia felice e spensierata, ma anche l’oggetto, come una biglia o il tappo di una bibita con l’immagine ritagliata e incollata di Gastone Nencini in maglia gialla, che, nel ricordo di Pupi Avati, ad esempio, diventa film in “Una sconfinata giovinezza”.
La materia qui si lega all’emozione e l’emozione si fa portatrice di valori, quei valori che sfrecciano veloci sulle due ruote di chi ha fatto dello sport lo specchio della propria nobiltà d’animo.









MEMORIE CONDIVISE
È inevitabile e spontaneo per me associare l’immagine della bicicletta alla figura di mio padre, Gastone Nencini, che a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 primeggiò sul plotone di testa di un ciclismo leggendario.
Le sue gesta, compiute spesso al limite dell’impossibile, così come la sua tenacia e la sua forza, hanno appassionato milioni di persone, sono entrate nei loro ricordi, come in una sorta di abbraccio temporale, che intreccia l’una all’altra esperienze vissute intensamente, persone, luoghi e fatti, nella trama univoca e indelebile del ricordo.
Memorie condivise, generate dall'unica passione per il ciclismo e per il campione con il quale ci si identificava e riconosceva. È il prodigio di questo sport magnifico: generare quei significati emotivi e quei trascorsi personali, che, nell’evocazione del ricordo, diventano storie.
Così il ciclismo, con i suoi aneddoti, i suoi campioni ed i loro tifosi, diviene protagonista di una realtà culturale antica quanto il veicolo a due ruote, che nell’immaginario collettivo si è trasformato, nel tempo, in opera d’arte, racconto letterario, se non opera musicale o cinematografica.
Orgogliosa del cognome che porto, dedico questo lavoro, memorie condivise, a mio padre, al quale devo con gratitudine l’eredità di un bene prezioso, quell’emozione di chi ha seguito in prima persona le sue vicende sportive: questi stessi episodi, intrisi di memoria e di passione, testimonianza del passato e, al tempo stesso, speranza del futuro, osservati da un altro punto di vista, oggi mi sono regalati, attraverso il ricordo, carichi della stessa intensità emotiva con la quale erano stati vissuti.

Elisabetta Nencini, luglio 2013  

(nota 3 del catalogo ruote d'artista)







provincia di lucca
comune di lucca
associazione puccini opera
ruote d'artista 
a cura di mauro lovi

5 -30 settembre 2013 palazzo ducale lucca
inaugurazione 5 settembre ore 18.00
ingresso gratuito






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http://iltirreno.gelocal.it/regione/2013/09/05/news/la-perfezione-della-ruota-si-veste-di-luce-stoffe-e-colori-1.7690378

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